venerdì 7 novembre 2008

Una preghiera speciale

Una preghiera per papà

Sono passati 205 giorni da quando Gesù ti ha chiamato a Lui.
Lo hai fatto in "silenzio", da solo, senza nessuno di noi vicino a te
eppure il Signore ti ha spalancato le Sue porte lasciando in noi un vuoto incolmabile
che mai potrà essere colmato.

Ogni giorno che passa è sempre più malinconico,
ci manca sentire la tua voce
ci manca parlare con te
ci manca non degustare i tuoi piatti
ci mancano le tue parole, i tuoi consigli...
Ci manchi veramente tanto tu!
Ci sembra sempre più strano venirti a trovare nella tua nuova casa ogni settimana,
sistemarti fiori e piante
ma quello è un modo che ci fa sentire sempre più vicini a te
e il non venire ci lascia un amaro nel cuore!
Sappiamo che sei un angelo in cielo
che veglia su tutti noi..
ma pensarti così alcune volte ci sembra strano!

Aiutaci veramente a superare questo momento
e a rafforzarci tra di noi,
perchè sappiamo che tu ci vorresti vedere con più forza e coraggio
e più sereni.
E' ancora poco tempo ma una cosa è certa:
ci manchi veramente TANTO!

martedì 1 luglio 2008

Nel momento del dolore

Signore nostro Dio,
tu conosci il nostro dolore
meglio di quanto noi stessi non lo conosciamo
Tu sai coma l'anima spaurita facilmente inciampi
in preoccupazioni intempestive e immaginarie.

Noi ti preghiamo di darci lume
per penetrare l'intempestività e l'orgoglio,
per disprezzare questi dolori
che ci siamo creati col nostro trafficare.

Ma quel dolore che Tu stesso imponi,
dacci la grazia di accoglierlo umilmente
dalla tua mano
e forza per portarlo.

lunedì 28 aprile 2008

L'ultimo saluto

Il Vangelo che papà teneva tra le mani nella camera ardente era aperto su Gv 4

chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna

Gesù fonte di vita eterna, soprattutto ora che papà è fra le Sue braccia, accolto in cielo da nonno e nonna.


Papà, dopo 7 mesi di sofferenze ma anche di speranze, è morto il 16 Aprile.
Morto per un banale arresto cardiaco.
Morto in rianimazione quando sembrava che potesse essere nuovamente ritrasferito in clinica anche se sarebbe stato necessario un ausilio meccanico per aiutarlo a respirare, visto che non sembrava riuscire a respirare autonomamente troppo a lungo.
Morto serenamente: la sera prima mamma lo aveva visto tranquillo e con valori stabili.

Alla fine la delicatezza della sua situazione cardio-respiratoria è venuta al pettine e lo stress patito in questi mesi ce lo ha portato via.
Quando papà entrò al S.Anna le statistiche che parlavano di possibili decessi mi sembravano lontane anni luce ed anzi malauguranti: se papà si era risvegliato da un trauma al tronco cerebrale, sarebbe vissuto sicuramente e si sarebbe rimesso in piedi!
Eppure non è stato così.
Eppure, avendo tutti lottato con lui per cercare di farlo guarire, papà è morto.
Inutilmente ho cercato un segno di respiro fissando il velo che lo copriva nella bara.

Papà ora è in cielo e come ci ha sempre protetti e guidati durante l'arco dei suoi 66 anni, così continuerà a farlo da lassù.
La pazienza gradita a Dio nel sopportare la sofferenza citata nelle letture della IV domenica di
Pasqua, lo ha portato fra le braccia del Signore.

Papà, non sai quanto ci manchi!
Quale groppo in gola ho ancora per non aver pianto quando zio e mamma mi hanno detto che eri morto.... che il tuo cuore non sarebbe tornato a battere come prima e che io stupidamente ho interpretato come un piccolo ma sormontabile problema!
Ero in autobus, andando a Tiburtina per prendere il biglietto di ritorno da Crotone per il ponte del 25 Aprile.. non potevo scendere, rischiavo di trovare la biglietteria chiusa.. ormai dovevo comprare i biglietti per scendere il giorno stesso.. ma quanto avrei voluto scendere e fermarmi in un angolo a piangere!

Papà, ci hai dato la possibilità di prenderci cura di te così come tu hai fatto con noi: spero veramente tu non ti sia sentito solo, abbondonato.. ti amiamo e per questo siamo stati vicini a te!

Papà, ti dedico una storia che zia Pina ci ha mandato:
L'Angelo della Morte bussò un giorno alla casa di un uomo.
"Accomodati pure" disse l'uomo."Ti aspettavo".
"Non sono venuto per fare due chiacchiere"disse l'Angelo, "ma per prenderti la vita".
"E che altro potresti prendermi?"
"Non so. Ma tutti, quando giungo io, vorrebbero che io prendessi qualsiasi cosa, ma non la vita. Sapessi quali offerte mi fanno!".
"Non io. Non ho nulla da darti. Le gioie che mi sono state donate le ho godute. Mi sono divertito, ma senza fare del divertimento lo scopo della mia vita. Gli affanni, li ho affidati al vento. I problemi, i dubbi, le inquietudini li ho affidati alla provvidenza. Ho utilizzato i beni terreni solo per quanto mi erano necessari, rinunciando al superfluo. Il sorriso, l'ho regalato a quanti me lo chiedevano. Il mio cuore a quanti ho amato e mi hanno amato. La mia anima l'ho affidata a Dio. Prenditi dunque la mia vita, perché non ho altro da offrirti".
L'Angelo della Morte sollevò l'uomo fra le sue braccia e lo trovò leggero come una piuma. All'uomo la stretta dell'Angelo parve tenerissima. E il Signore spalancò le porte del Paradiso perché stava per entrarvi un santo...

Non esistono altre vie. L'unica strada per una vita piena, riuscita e felice è la strada della santità.

Voglio in ultimo ringraziare per le amorevoli ed ammirevoli cure prestate a papà la rianimazione del Gemelli (un sentito grazie ai dottori Pennisi e Michetti!) ed il reparto UdR del S.Anna (un forte abbraccio a tutti ed in particolare alla dottoressa Quintieri ed al dott. Leto).

Ciao papà!

giovedì 3 aprile 2008

Finalmente il verbale?


Quando nei giorni successivi all'incidente di mio padre in TV mandarono questo video (ripreso da un servizio di StudioAperto mandato in onda il 12/09/2007), fummo tutti percorsi da un brivido lungo la schiena nel pensare che una cosa simile potesse essere successa a papà e mamma.

Ora abbiamo avuto finalmente accesso al verbale, eppure nulla è chiaro.. almeno per noi.
Per il PM e la polizia stradale la dinamica è chiara: papà vaggiava in corsia di sorpasso quando improvvisamente perdeva il controllo del veicolo e convergeva sulla prima corsia sbattendo sul retro di un tir; successivamente un camion tamponava la macchina dei miei non potendo evitarla.

Sembrerebbe tutto liscio come l'olio se non fosse che le testimonianze sulla cui base la polizia si è unicamente basata - avendo fatto dei rilievi degni del commissario Basettoni ed avendo preso le foto unicamente a veicoli già spostati - non concordino pienamente fra di loro.
  • Il conducente del tir tamponato dei miei, il signor Hajbi Said, (che ha anche denunciato un infortunio a seguito dell'incidente... complimenti!!! vorrei proprio sapere quale gravissimo colpo di frusta ha subito visto che è stato tamponato il rimorchio) faceva verbalizzare di aver udito un rumore proveniente dalal parte posteriore del suo veicolo e successivamente di aver visto dal suo specchietto laterale un camion bianco che sterzava verso la terza corsia e la macchina dei miei in testa coda.
  • Il conducente del camion bianco, il si gnor Catapano Vincenzo, dichiarava di procedere sulla corsia centrale e che ad un certo punto la macchina dei miei, che era in corsia di sorpasso, perdeva il controllo convergendo a dx verso il tir e successivamente all'imaptto con il tir sobbalzava in corsia centrale (matrix docet: grazie fratelli Wachowski) ed a quel punto lui non poteva far nulla per evitare l'impatto del lato destro del suo veicolo con la coda posteriore destra della macchina dei miei.
  • Un terzo testimone (che non conoscevamo) che guidava un tir che seguiva il camion bianco, dichiarava di procedere in corsia centrale quando vedeva prima sbandare verso sx il camion bianco e poi la macchina dei miei entrare in testa coda e fermarsi perpendcolarmente all'asse stradale con il muso rivolto verso destra.
Dubbi:
se il secondo tir ha visto i miei dopo che il camion bianco sbandava, i miei erano già in corsia centrale?
Perchè non ha detto che i miei avevano già sorpassato il camion bianco?
O perchè non ha riferito di essere stato sorpassato da loro?
Ha visto l'impatto fra la macchina dei miei ed il tir del signor Hajbi?
Perchè, nonostante l'assenza di segni di impatto sul suolo fra la macchina dei miei ed il camion bianco e nonostatnte le non chiare circostanze riportate dal terzo camionista e da Hajbi, la stradale è così sicura che l'impatto fra il camion bianco ed i miei sia avvenuto dopo l'impatto fra il tir e l'alfa?

So solo che provo una grande rabbia perchè gli unici che davanti alla polizia non si sono presentati muniti di avvocati e non hanno potuto dire nulla (mio padre per ovvi motivi; mia madre perchè non ricordava) sono stati i miei.
Provo anche grande rabbia per come gli altri attori di questa triste storia si stiano evidentemente approfittando delal situazione per i loro oscuri giochi economici che puntano solo al profitto personale.
Provo anche rabbia per come frettolosamente sia stata chiesta l'archiviazione del caso senza chiedere l'intervento di un perito o senza cercare di acquisire prove filmate solo perchè questa volta non ci è scappato il morto. D'altronde, i tribunali sono sommersi di cause: perchè fare ricerche su qualcosa dove non c'è l'obbligatorietà dell'azioen penale?


mercoledì 2 aprile 2008

Su e giù sulle montagne russe

Da quando papà è uscito dal coma ed è stato ricoverato al S.Anna la mia preoccupazione non è più stata se sarebbe stato ancora vivo ma quanto avrebbe recuperato.
Ero ormai proiettato sulle statistiche che indicano la percentuale di recupero... dimenticando fatalmente quanto comunque pazienti reduci da un truma cranico siano deboli e delicati.

Martedi scorso papà ha avuto una grave insufficienza respiratoria e cardiaca: è stato portato d'urgenza alla rianimazione dell'ospedale di Crotone dove ancora sta.
Rispetto alle prime ore la situazione è sicuramente migliorata, anche se purtroppo non si può definire stabile ne scevra da pericoli: papà ora riesce a respirare autonomamente per alcune ore sebbene soffra ancora molto la stenchezza quando giunge al termine della sua "autonomia".

Rivederlo in rianimazione è stato letteralmente un tuffo indietro nel tempo: ho rivissuto paure e sentimenti che credevo ormai superati.
La prima cosa che avrei voluto fare rivendendolo sarebbe stata piangere: perchè stai così papà? Perchè stati di nuovo coì male da rischiare la vita?
Eppure mi devo fare forza.. per lui, per mamma, per Elo... non posso mostrarmi debole e caricarlo di altre preoccupazioni oltre i dolori e la stanchezza che prova per la sua situazione.
Eppure è dannatamente difficile resistere alla tempesta di emozioni che si prova in questi momenti: reprimere il proprio dolore per mostrarsi come una incrollabile colonna granitica può essere devestante.

Talvolta è difficile aprirsi e mostrearsi deboli anche con le persone più vicine che stanno passando come te una brutta situazione: eppure dovrebbe essere tanto più forte dei sentimenti di dolore la forza dela condivisione!

martedì 18 marzo 2008

Flusso di pensieri

Sono tante le cose che mi passano per la testa dopo questo fine settimana.

Venerdi scorso ho rivisto papà e finalmente mi è sembrato più sveglio e reattivo. Hanno inizaito una fisioterapia più intensiva che se da una parte lo porta a respirare meglio, soprattutto quando è seduto, dall'altra lo spossa perchè non è più abituato a certe posizioni.
Ma esattamente come quando si va in palestra, la fisioterapista deve un po' spingerlo oltre i suoi limiti altrimenti non si abituerà mai a posizioni più normali!!!
Però che gioia vederlo così, più tranquillo e capace di comunicare i suoi bisogni benchè ogni minimo fastidio che può sentire ci mette sempre un po' in apprensione.
E' ancora lunga la strada del recupero e dobbiamo avere pazienza e calma tutti.

E' stato bello anche vedere l'amore che lega mamma a papà, con quale dolcezza e tenerezza si rivolge a lui, come cerca quasi di infondergli le sue energie affinchè possa recuperare il prima possibile.
Non avrei mai pensato che mamma disponesse di tutte queste forze... eppure per papà sta facendo veramente tanto.
E questo pensiero mi porta a considerare quante volte ho forse dato poca importanza a mamma, a quanto poco la abbia sostenuta: mi preoccupo per papà, ma anche mamma sta avendo un momento duro che la stressa e la sfibra. Come posso stare vicino a lei nonostante la distanza? Basta sollevarla dalle questioni burocratiche per aiutarla sul serio?

E qui veniamo al terzo punto: di come gli aspetti burocratici invece di essere a sostegno di situazioni delicate divengano un ostacolo all'esplicazione dei propri diritti.
E' possibile che avendo inoltrato contestualmente le domande per l'invalidità e la legge 104, abbiano fatto la sola visita per l'invalidità e non si possa sapere nulla sullo stato della 104 perchè bisogna andare di persona alla ASL di competenza e comuqnue farebbero storie in qaunto dovrebbe andare il diretto interessato (che -per inciso- attualmente non può muoversi)?
E' possibile che per usufruire dei permessi aggiuntivi che per legge sono disponibili ai familiari di un diversamente abile (ai sensi della legge 104) sia necessario compilare un modulo dove si deve scrivere per ogni mese dell'anno quando si intende prendere i permessi, pena la negazione degli stessi? Perchè complicare le cose a chi già è in una situazione delicata? E' veramente necessario mettere lacci e lacciuoli in una legge per far si che essa venga rispettatta? Un rete di controlli efficaci no????

lunedì 3 marzo 2008

Mal comune mezzo gaudio

Il proverbio "mal comune mezzo gaudio" può suonare estramamente cinico: insomma, sembra quasi che qualcuno voglia godere dei mali altrui!
Eppure un'altra lettura si può dare del proverbio: quando si condivide un dolore, una difficoltà tutto può ruscire più facile da affrontare se non da risolvere.

E' questo che ho notato nella clinica dove è ricoverato papà: in una situazione di disagio e sofferenza estrema per pazienti e familiari, si forma un solido vincolo di solidarietà fra i familiari.. un vincolo - nel sesno latino del termine: legame - che porta a condividere gioie per quei piccoli passi avanti che un malato riesce a fare e dolori per quelle speranze che magari talvolta vengono disilluse.

Una delle prime cose che ci dissero gli psicologi arrivati al S.Anna è che di fronte ad una situazione come quella che stiamo vivendo normalente si reagisce o chiudendosi in se stessi o cementando i rapporti in famiglia.
Ecco, un'altra reazione è quella di cercare conforto o semplice confronto con altri che sono nelle tue stesse condizioni... perchè è importantissimo perseverare nella speranza, nel cercare di dare stimoli alle persone che in un certo momento della loro vita si trovano impossibiilitate a combattere da sole.. e questa perseverana a volte è difficile ed insostenibile se non si trova qualcuno che ti supporti e condivida con te questo cammino.

venerdì 15 febbraio 2008

Come una barchetta in mezzo al mare

E' da qualche tempo che nella testa mi girano mille pensieri sulla situazione che stiamo affrontando.
E' difficile mettere ordine quando accade qualcosa che ti rivolta completamente la vita, che non sai bene come prendere e dove può portare.

Mamma è quella che più di tutti sta subendo l'altalena emotiva che la vicinanza con papà le porta: speranze; qualche intoppo, le delusioni che questi portano; nuove speranze ed orizzonti.

Di mia sorella parlano chiaramente le sue poesie, così sintetiche eppure profonde.

Ed io?
Mi rendo conto che mi faccio trascinare dal quotidiano, da tutte le cose che ci sono da fare nella mia vita ed anche per papà.
Alcune volte mi sembra quasi di essere uno spettatore esterno alla vicenda che papà sta affrontando, come se stessi vedendo un film.
Un flm che però mi riporta con i piedi per terra quando la visuale si fa in prima persona.. quando vado a trovare papà.

Allora provo quelle tempeste che forse mamma sente ogni giorno: quel misto di speranze e delusioni che magari anche il solo vedere papà debole per 5 minuti può portare.

La verità è che è dannatamente difficile essere oggettivi, cercare di vedere le cose per quel che sono.
I "piccoli" fastidi (problemi a deglutire, qualche volta a respirare; dolori addominali) che sente papà sono cose inevitabili per persone che sono state allettate per mesi e che stanno percorrendo una ardua via di riabilitazione.

Poi mi ricordo del "principio di ineterminazione di Heisenberg": non si può contemporaneamente misurare velocità e posizione di una particella... l'osservazione inevitabilmente porta ad una modifiche delle quantità misurate.
Cosa c'entra?
Ecco, il solo fatto di essere coinvolto cambia le carte in tavola, ingigantisce tutto.. sogni, speranze, delusioni, problemi.

Eppure è necessario cercare di essere obiettivi... o quanto meno cercare di misurare il disturbo.
E' necessario perchè ci sono anche le cose da fare, da fare per me, per noi, per papà.
Bisogna cercare di essere obiettivi per comprendere bene quello che dicono i medici e come aiutare papà quando si è da lui.
Bisogna cercare di essere obiettivi per portare avanti la propria vita.
Bisogna cercare di essere obiettivi per mandare avanti quelle noiose ma necessarie questioni burocratiche (l'invalidità; la legge 104; l'amministratore di sostegno) a cui non avevamo pensato mesi addietro ma che poi diventano importanti quando ti rendi conto che anche solo affinchè papà prenda di nuovo in mano una penna e firmare non si sa quanto tempo possa essere necessario!
Ed il 730? Il ritiro della cartella clinica? Magari carte necessarie per il conto in banca, la pensione...

Sembrano cose stupide, eppure hanno tutte la loro importanza.. e vanno sbrigate quanto prima per evitare poi di trovarsi con l'acqua alla gola ed ancora più incasinati di quanto non si sia.

Ecco, a volte mi sento proprio una barchetta in mezzo al mare.
Una barchetta che però ha delle ancore salde: papà, mamma, mia moglie.
Come farei senza di lei che a volte mi riporta sulla terra quando invece vorrei essere lasciato a naufragar in questo mare?

Quanto è importante avere dele persone che ti appoggino ed anche ti riportino alla realtà, alla quatidianità che comunque bsogna affrontare anche per il bene di papà!

martedì 5 febbraio 2008

Il Vuoto in me

Alcuni recenti pensieri poetici di mia sorella

Strano il vuoto
che si delinea in me
come una spessa coltre
di nebbia
che offusca
ogni minimo ricordo
e cela implacabile
l'impotenza
di un tuo sorriso mancato


Piangi
lacrime per la vita
Piangi
lacrime per lottare
Piangi lacrime
per emergere da un mondo
che ti ha strappato
a noi
senza preavviso.


Chiudo gli occhi
e vedo la tua sofferenza
farsi carico della mia
Le tue braccia forti
che sorreggono
i miei passi stanchi
e la tua tenacia
far scudo alla mia insicurezza.
Sono il tuo specchio
in questa realtà meschina,
sono le tue emozioni
che non riescono
a prendere il volo

In particolare mi ha colpito la prima poesia: è qualcosa di cui avevo anche parlato con Elo... qualcosa che, nella sua semplicità, mi colpisce nel profondo.
Ecco: mia sorella sente fortemente il vuoto che la situazione di papà sta creando, un vuoto dovuto alla sua mancanza fisica ed alla sua condizione incostante.

Ed io?
A volte mi sembra quasi che le cose mi scivolino addosso, che mi faccia in qualche modo coprire dalle esigenze del quotidiano e che quasi quasi releghi papà ad un angolino del mio essere, dei miei pensieri.
Poi però ti rendi conto che non puoi staccare la spina dalla tua vita per dedicarti anima e corpo a papà: finirebbero troppo presto le energie, e di te hanno bisogno anche altre persone (mia moglie) e tu hai un bisogno fortissimo delle forze che queste persone sanno donarti e trasmetterti (quanto preziosi sono anche gli amici nella condivisione!).
Sono egoista? Forse rifiuto quello che è successo a papà?

Quello che è sicuro è che ognuno di noi vive questa situazione in modo differente, Elo per esempio con la sua sensibilità che le fa così sentire il vuoto che provocando tutto questo.

Eppure questa diversità è anche una forza se abbiamo il coraggio di confrontarci, di consolarci e di farci consolare: quanto mi ricorda la preghiera dell'anonimo brasiliano l'ultima poesia!

lunedì 21 gennaio 2008

Un passo avanti, due indietro?

Le grandi acque non possono
spegnere l'amore
nè i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze
della sua casa
in cambio dell'amore,
non ne avrebbe che dispregio.
(Ct 8,7)


Ho voluto iniziare questo post con un ricordo che ci hanno dato alla veglia per la Pace che l'Azione Cattolica di Roma ha organizzato sabato scorso presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie.
Trovo che questa frase presa dal Cantico dei Cantici si addica benissimo al momento che stiamo passando.

Ultimamente papà ha avuto qualche problema: oltre ai "soliti" problemi addominali, ha avuto problemi respiratori che l'anno portato un paio di volte in ipo-ossigenazione... tutto si è risolto nell'arco di brevi momenti, ma purtroppo è anche vero che questi sono problemi da monitorare in maniera particolare in quanto gravemente ostativi ad un recupero maggiore delle funzioni di papà.

Ecco: in questo momento i progressi ci sembrano così piccoli (eppure ci sono stati: ha iniziato a deglutire in maniera autonoma; ha dato segno di ricordare ciò che gli si dice) ed i problemi così grandi lungo la via del recupero che a volte ci sentiamo sconfortati.

Eppure quell'Amore di cui sopra, dovrebbe darci la forza della speranza, la forza di vedere serenamente anche quei problemi che alle volte ci sembrano montagne.
Ecco.. dovrebbe... non perché venga mai meno l'amore che proviamo verso mio padre, ma perché - come in tutte le storie d'amore - alle volte sopraggiunge la stanchezza e la fatica sembra coprire tutto.
Indubbiamente passare quattro mesi in tensione per papà senza avere un'orizzonte temporale su quando potranno risolversi i suoi problemi e senza sapere neanche come potranno risolversi è estenuante.

Ma bisogna guardare avanti, cercando di non farsi spaventare troppo dagli eventi negativi.... sebbene la paura per una complicazione di troppo sia sempre alta.
E bisogna avere speranza, come la preghiera che riporto sotto (e che ho trovato sia nella stanza di attesa della rianimazione del Gemelli che al Sant'Anna) ci insegna.

Ho sognato di camminare in riva al mare con il Signore
e di rivedere sullo schermo del cielo
tutti i giorni della mia vita passata.

E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme,
le mie e quelle del Signore.

Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni più difficili della mia vita.

"Signore, io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso
che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti più difficili?"

E Lui mi ha risposto:
"Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai.
I giorni nei quali vi è soltanto un’orma sulla sabbia
sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio."

giovedì 3 gennaio 2008

Quando qualcuno piange

Il pianto può essere di gioia, di dolore, di disperazione. È comunque sempre indice di una forte emozione, tanto che non si possono trattenere le lacrime.
Cosa si può fare quando qualcuno piange? Si cerca di confortarlo con una parola ma più spesso con un gesto, magari un abbraccio.
Ieri mio padre ha pianto disperato tre volte nel letto della clinica che lo ospita: cosa avrà pensavo, cosa ha mosso a tanto un uomo che poche volte ho mai visto piangere nell'arco dei miei 33 anni?
Non lo so, non l'ho capito... E questa mia incapacità è tanto più dolorosa ripensando al fatto che non sono stato capace di tranquillizzare papà, od anche solo di confortarlo.
Cosa fare quando non si riesce a comunicare come si vorrebbe ed anche i gesti sembrano inutili?