lunedì 21 gennaio 2008

Un passo avanti, due indietro?

Le grandi acque non possono
spegnere l'amore
nè i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze
della sua casa
in cambio dell'amore,
non ne avrebbe che dispregio.
(Ct 8,7)


Ho voluto iniziare questo post con un ricordo che ci hanno dato alla veglia per la Pace che l'Azione Cattolica di Roma ha organizzato sabato scorso presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie.
Trovo che questa frase presa dal Cantico dei Cantici si addica benissimo al momento che stiamo passando.

Ultimamente papà ha avuto qualche problema: oltre ai "soliti" problemi addominali, ha avuto problemi respiratori che l'anno portato un paio di volte in ipo-ossigenazione... tutto si è risolto nell'arco di brevi momenti, ma purtroppo è anche vero che questi sono problemi da monitorare in maniera particolare in quanto gravemente ostativi ad un recupero maggiore delle funzioni di papà.

Ecco: in questo momento i progressi ci sembrano così piccoli (eppure ci sono stati: ha iniziato a deglutire in maniera autonoma; ha dato segno di ricordare ciò che gli si dice) ed i problemi così grandi lungo la via del recupero che a volte ci sentiamo sconfortati.

Eppure quell'Amore di cui sopra, dovrebbe darci la forza della speranza, la forza di vedere serenamente anche quei problemi che alle volte ci sembrano montagne.
Ecco.. dovrebbe... non perché venga mai meno l'amore che proviamo verso mio padre, ma perché - come in tutte le storie d'amore - alle volte sopraggiunge la stanchezza e la fatica sembra coprire tutto.
Indubbiamente passare quattro mesi in tensione per papà senza avere un'orizzonte temporale su quando potranno risolversi i suoi problemi e senza sapere neanche come potranno risolversi è estenuante.

Ma bisogna guardare avanti, cercando di non farsi spaventare troppo dagli eventi negativi.... sebbene la paura per una complicazione di troppo sia sempre alta.
E bisogna avere speranza, come la preghiera che riporto sotto (e che ho trovato sia nella stanza di attesa della rianimazione del Gemelli che al Sant'Anna) ci insegna.

Ho sognato di camminare in riva al mare con il Signore
e di rivedere sullo schermo del cielo
tutti i giorni della mia vita passata.

E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme,
le mie e quelle del Signore.

Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni più difficili della mia vita.

"Signore, io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso
che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti più difficili?"

E Lui mi ha risposto:
"Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai.
I giorni nei quali vi è soltanto un’orma sulla sabbia
sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio."

giovedì 3 gennaio 2008

Quando qualcuno piange

Il pianto può essere di gioia, di dolore, di disperazione. È comunque sempre indice di una forte emozione, tanto che non si possono trattenere le lacrime.
Cosa si può fare quando qualcuno piange? Si cerca di confortarlo con una parola ma più spesso con un gesto, magari un abbraccio.
Ieri mio padre ha pianto disperato tre volte nel letto della clinica che lo ospita: cosa avrà pensavo, cosa ha mosso a tanto un uomo che poche volte ho mai visto piangere nell'arco dei miei 33 anni?
Non lo so, non l'ho capito... E questa mia incapacità è tanto più dolorosa ripensando al fatto che non sono stato capace di tranquillizzare papà, od anche solo di confortarlo.
Cosa fare quando non si riesce a comunicare come si vorrebbe ed anche i gesti sembrano inutili?