venerdì 15 febbraio 2008

Come una barchetta in mezzo al mare

E' da qualche tempo che nella testa mi girano mille pensieri sulla situazione che stiamo affrontando.
E' difficile mettere ordine quando accade qualcosa che ti rivolta completamente la vita, che non sai bene come prendere e dove può portare.

Mamma è quella che più di tutti sta subendo l'altalena emotiva che la vicinanza con papà le porta: speranze; qualche intoppo, le delusioni che questi portano; nuove speranze ed orizzonti.

Di mia sorella parlano chiaramente le sue poesie, così sintetiche eppure profonde.

Ed io?
Mi rendo conto che mi faccio trascinare dal quotidiano, da tutte le cose che ci sono da fare nella mia vita ed anche per papà.
Alcune volte mi sembra quasi di essere uno spettatore esterno alla vicenda che papà sta affrontando, come se stessi vedendo un film.
Un flm che però mi riporta con i piedi per terra quando la visuale si fa in prima persona.. quando vado a trovare papà.

Allora provo quelle tempeste che forse mamma sente ogni giorno: quel misto di speranze e delusioni che magari anche il solo vedere papà debole per 5 minuti può portare.

La verità è che è dannatamente difficile essere oggettivi, cercare di vedere le cose per quel che sono.
I "piccoli" fastidi (problemi a deglutire, qualche volta a respirare; dolori addominali) che sente papà sono cose inevitabili per persone che sono state allettate per mesi e che stanno percorrendo una ardua via di riabilitazione.

Poi mi ricordo del "principio di ineterminazione di Heisenberg": non si può contemporaneamente misurare velocità e posizione di una particella... l'osservazione inevitabilmente porta ad una modifiche delle quantità misurate.
Cosa c'entra?
Ecco, il solo fatto di essere coinvolto cambia le carte in tavola, ingigantisce tutto.. sogni, speranze, delusioni, problemi.

Eppure è necessario cercare di essere obiettivi... o quanto meno cercare di misurare il disturbo.
E' necessario perchè ci sono anche le cose da fare, da fare per me, per noi, per papà.
Bisogna cercare di essere obiettivi per comprendere bene quello che dicono i medici e come aiutare papà quando si è da lui.
Bisogna cercare di essere obiettivi per portare avanti la propria vita.
Bisogna cercare di essere obiettivi per mandare avanti quelle noiose ma necessarie questioni burocratiche (l'invalidità; la legge 104; l'amministratore di sostegno) a cui non avevamo pensato mesi addietro ma che poi diventano importanti quando ti rendi conto che anche solo affinchè papà prenda di nuovo in mano una penna e firmare non si sa quanto tempo possa essere necessario!
Ed il 730? Il ritiro della cartella clinica? Magari carte necessarie per il conto in banca, la pensione...

Sembrano cose stupide, eppure hanno tutte la loro importanza.. e vanno sbrigate quanto prima per evitare poi di trovarsi con l'acqua alla gola ed ancora più incasinati di quanto non si sia.

Ecco, a volte mi sento proprio una barchetta in mezzo al mare.
Una barchetta che però ha delle ancore salde: papà, mamma, mia moglie.
Come farei senza di lei che a volte mi riporta sulla terra quando invece vorrei essere lasciato a naufragar in questo mare?

Quanto è importante avere dele persone che ti appoggino ed anche ti riportino alla realtà, alla quatidianità che comunque bsogna affrontare anche per il bene di papà!

martedì 5 febbraio 2008

Il Vuoto in me

Alcuni recenti pensieri poetici di mia sorella

Strano il vuoto
che si delinea in me
come una spessa coltre
di nebbia
che offusca
ogni minimo ricordo
e cela implacabile
l'impotenza
di un tuo sorriso mancato


Piangi
lacrime per la vita
Piangi
lacrime per lottare
Piangi lacrime
per emergere da un mondo
che ti ha strappato
a noi
senza preavviso.


Chiudo gli occhi
e vedo la tua sofferenza
farsi carico della mia
Le tue braccia forti
che sorreggono
i miei passi stanchi
e la tua tenacia
far scudo alla mia insicurezza.
Sono il tuo specchio
in questa realtà meschina,
sono le tue emozioni
che non riescono
a prendere il volo

In particolare mi ha colpito la prima poesia: è qualcosa di cui avevo anche parlato con Elo... qualcosa che, nella sua semplicità, mi colpisce nel profondo.
Ecco: mia sorella sente fortemente il vuoto che la situazione di papà sta creando, un vuoto dovuto alla sua mancanza fisica ed alla sua condizione incostante.

Ed io?
A volte mi sembra quasi che le cose mi scivolino addosso, che mi faccia in qualche modo coprire dalle esigenze del quotidiano e che quasi quasi releghi papà ad un angolino del mio essere, dei miei pensieri.
Poi però ti rendi conto che non puoi staccare la spina dalla tua vita per dedicarti anima e corpo a papà: finirebbero troppo presto le energie, e di te hanno bisogno anche altre persone (mia moglie) e tu hai un bisogno fortissimo delle forze che queste persone sanno donarti e trasmetterti (quanto preziosi sono anche gli amici nella condivisione!).
Sono egoista? Forse rifiuto quello che è successo a papà?

Quello che è sicuro è che ognuno di noi vive questa situazione in modo differente, Elo per esempio con la sua sensibilità che le fa così sentire il vuoto che provocando tutto questo.

Eppure questa diversità è anche una forza se abbiamo il coraggio di confrontarci, di consolarci e di farci consolare: quanto mi ricorda la preghiera dell'anonimo brasiliano l'ultima poesia!