mercoledì 2 aprile 2008

Su e giù sulle montagne russe

Da quando papà è uscito dal coma ed è stato ricoverato al S.Anna la mia preoccupazione non è più stata se sarebbe stato ancora vivo ma quanto avrebbe recuperato.
Ero ormai proiettato sulle statistiche che indicano la percentuale di recupero... dimenticando fatalmente quanto comunque pazienti reduci da un truma cranico siano deboli e delicati.

Martedi scorso papà ha avuto una grave insufficienza respiratoria e cardiaca: è stato portato d'urgenza alla rianimazione dell'ospedale di Crotone dove ancora sta.
Rispetto alle prime ore la situazione è sicuramente migliorata, anche se purtroppo non si può definire stabile ne scevra da pericoli: papà ora riesce a respirare autonomamente per alcune ore sebbene soffra ancora molto la stenchezza quando giunge al termine della sua "autonomia".

Rivederlo in rianimazione è stato letteralmente un tuffo indietro nel tempo: ho rivissuto paure e sentimenti che credevo ormai superati.
La prima cosa che avrei voluto fare rivendendolo sarebbe stata piangere: perchè stai così papà? Perchè stati di nuovo coì male da rischiare la vita?
Eppure mi devo fare forza.. per lui, per mamma, per Elo... non posso mostrarmi debole e caricarlo di altre preoccupazioni oltre i dolori e la stanchezza che prova per la sua situazione.
Eppure è dannatamente difficile resistere alla tempesta di emozioni che si prova in questi momenti: reprimere il proprio dolore per mostrarsi come una incrollabile colonna granitica può essere devestante.

Talvolta è difficile aprirsi e mostrearsi deboli anche con le persone più vicine che stanno passando come te una brutta situazione: eppure dovrebbe essere tanto più forte dei sentimenti di dolore la forza dela condivisione!

1 commento:

padawanIgorMortis ha detto...

Per essere forti, ma tanto forti quanto adesso serve a voi e, soprattutto, a te... Non occorre essere per forza colonne granitiche. Reprimere quanto di doloroso provi genera in te ulteriore preoccupazione, e incrina la speranza. Ora devi essere concentrato su un solo fuoco. Siamo tutti deboli, di fronte a quel che il destino, la sorte o chi per loro ci riserva. Ma se è vero che un singolo filo è debole, in balia dei venti e delle tempeste, delle trazioni e del taglio, è altrettanto vero che decine e decine di fili costituiscono, intrecciati tra loro, le più resistenti corde. Quelle che non cedono mai e spostano i carichi più pesanti, quelle che non tagli con il machete e sollevano pesi che hanno dell'incredibile! Uno contro il mondo sarebbe troppo. Ma te non sei uno! Porzioni di te si scaricano e si intrecciano in altri ed in essi vivono e tornano a supportarti in ogni istante. Stretti ed uniti, serrati i ranghi, forte il cuore di tutti, magari debole e dolorante quello di ciascuno: solo condividendo si scioglie il peso, è un gioco di forze, lo sai meglio di me. Ciascuno di voi si sta facendo, nel suo intimo, lo stesso tipo di domande che tu stesso ti poni. Abbracciati insieme e nell'abbraccio papà, con il più caloroso dei pensieri che sgorga dal cuore. Quanta strada fin qui, eh? In principio, forse, quando le tenebre eran così tante da non saperle neppure contare, non avevi ancor più paura? L'amore, l'amicizia, la fratellanza e tanta tanta forza e speranza vi han portati fin qui. La speranza deve restare il cemento di tutti i nostri pensieri. Rasserena e dà ancora tanta forza. Quanta non avresti mai detto di averne! Nessuna colonna di granito s'è mai sciolta dall'oggi al domani per un po' di pioggia. Lascia che scenda, laverà la polvere e darà nuovo smalto. Un singolo momento di sconforto non intaccherà la tua fiducia nel domani. Ma che sia singolo: ti controllo! ;)